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Peperone di Capriglio

Il Peperone di Capriglio è sicuramente meno conosciuto del Peperone di Carmagnola ma non ha nulla da invidiare al suo cugino famoso. Questo ortaggio è molto più antico ed è stato selezionato e coltivato nei territori dell’Astigiano da oltre due secoli. Si pensa che sia frutto di un incrocio naturale tra varietà cuneesi di dimensioni ridotte ed altre maggiori. La sua coltura, da sempre, viene tramandata da padre in figlio nel comune di Capriglio (provincia di Asti).

La pianta di questo peperone è molto alta e vigorosa. Il peperone in sé è di dimensioni medie con tre costole. La sua forma è generalmente cuoriforme o triangolare ed il suo colore può essere giallo o rosso. Lo spessore della buccia è elevato, carnoso e consistente.

Questo ortaggio fu’ molto apprezzato e consumato fino agli anni 60, quando sul territorio si sono presentate varietà di dimensioni molto maggiori.

La tradizione piemontese vede il Peperone di Capriglio protagonista della tipica conservazione sotto vinaccia (detta anche sotto “raspa“). Questo metodo consiste nell’inserimento dei peperoni interi (ancora con il picciolo) all’interno di una damigiana contenente aceto, sale e acqua bollente.

Una volta inserito il tutto si chiude la damigiana con vinacce risultanti dalla torchiatura del vino locali (generalmente freisa). Dopo un mese questi peperoni sono pronti per essere consumati ma la loro conservazione può durare mesi. Una volta aperta la damigiana si deve consumare il tutto entro 15 giorni.

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